Questo nucleo è inteso come uno spazio fisico appositamente strutturato come “ambiente protesico” per le persone affette dal morbo di Alzheimer e da altre forme di demenza (senile, cardiovascolare, di Pick, ecc.) ed è dotato di spazi e percorsi adeguati ai comportamenti particolari che la patologia determina.
Accanto alla sala soggiorno si trova uno spazio coperto chiamato “giardino di Alzheimer”, strutturato con percorsi protetti, onde consentire la libera mobilità degli ospiti e l’attivazione delle abilità residue.
Il nucleo Freedom ha per obiettivi principali:
– Ottimizzare lo stato funzionale della persona nelle diverse fasi evolutive della malattia
La persona affetta da demenza presenta, come ormai noto, una progressiva perdita delle capacità funzionali.
L’ autonomia della persona appare, infatti, determinata dall’ equilibrio che si instaura tra abilità residue e l’ ambiente in cui la persona si trova a vivere.
Per questo l’ attività di intervento (care) deve porsi come obiettivo primario quello di mantenere il più a lungo possibile le capacità residue della persona (memoria, comunicazione, mobilità, autoalimentazione, orientamento spazio-temporale, ecc.), costantemente minacciate dall’ evoluzione della patologia, nonché di adeguare continuamente l’ ambiente di vita alle necessità delle persone.
– Garantire la sicurezza e la riservatezza (privacy) della persona
I deficit cognitivi e funzionali conseguenti alla malattia demenziale sono causa di pericolo per la sicurezza fisica e psicologica e, pertanto, causa di limitazione di beni e diritti fondamentali, quali la libertà, la dignità, la personalità dell’ individuo. L’ organizzazione di spazi adeguati e la predisposizione di processi di intervento tengono conto di garantire i beni e i diritti qui considerati.
– Prevenire le complicanze
Le professionalità operanti a diverso titolo in questo nucleo, svolgendo attività “individualizzate” (modulate cioè su ciascuna persona cliente), finalizzano gli interventi a contenere gli effetti della degenerazione progressiva propri della particolare forma patologica qui considerata, rilevando la complicanza al momento dell’ insorgenza.
– Eliminare o ridurre la contenzione
Uno degli obiettivi per cui si è strutturato il nucleo “Freedom” è quello di eliminare o, almeno, ridurre il più possibile, il ricorso a forme di contenzione, sia di tipo “fisico – meccanico” (cinture, spondine, corpetti di contenzione,ecc.) che farmacologico.
La contenzione, infatti, pur rispondendo ad un bisogno di “protezione”, lede direttamente i beni e i diritti fondamentali della persona indicati al paragrafo precedente e, al contempo, viene individuata come il principale fattore che provoca la c.d. “sindrome da immobilizzazione”, dalle conseguenze spesso letali per la persona. Pur garantendo il diritto alla sicurezza e all’ incolumità fisica, la Direzione, il Responsabile Sanitario e tutta l’Unità Operativa Interna, hanno adottato una via intermedia tra l’ abolizione tout court delle misure contenitive (scelta che sarebbe più imputabile ad un atteggiamento ideologico che a quello pragmatico) e la sistematica prescrizione di contenzione.
Infatti, il ricorso a dette misure è limitato solo a quei casi per i quali altri interventi (es. le strategie “comportamentali”) o non siano possibili, oppure, abbiano dato esito negativo.
La prescrizione di misure di contenzione avviene nei modi e nelle forme previste dalle vigenti disposizioni di legge, è previsto un “responsabile” della prescrizione (Resp. le Sanitario e U.O.I.) ed è la prescrizione è sempre a tempo “determinato”, comportando verifiche periodiche sulla sussistenza delle motivazioni che hanno portato all’ adozione di misure limitative della libertà individuale e sull’ efficacia delle misure adottate.
– Sostenere la famiglia
Il lavoro di nucleo prevede l’ attivazione di azioni rivolte a coinvolgere i familiari della persona ammalata nel processo di assistenza, razionalizzandone i comportamenti ed indirizzando in un contesto concreto le relazioni interpersonali.
Ciò diviene uno strumento di sostegno per la famiglia d’ origine della persona demente, lasciata altrimenti in balia di elementi affettivo irrazionali che rischiano di mettere in ombra la reale portata dell’ evoluzione della malattia, lasciando spazio ad atteggiamenti poco adeguati, quali ad esempio l’ insorgenza di sensi di colpa, di aspettative improprie, di frustrazione, di dolore,ecc. e consente, al contempo di realizzare l’ efficacia degli interventi posti in essere dal personale di assistenza e sanitario della struttura, grazie ad un approccio alla persona, coerente, integrato e il più possibile omogeneo.
Inoltre, la struttura prevede degli interventi di sostegno alle famiglie per essere dI ausilio nell’ elaborazione dell’ accettazione della malattia del congiunto con tutto ciò che comporta sul versante psicologico.